E' un libro scritto nell'antica lingua dei Nathrezim. In questo tomo sono contenute le istruzioni per aprire un portale verso un altro mondo, mondo ormai distrutto come dimostrazione di potere dopo la schiavizzazione di Xoroth.
La storia dei Maestri, il Concilio della Mietitura Oscura
Dopo la caduta di Alamorte, sei dei più grandi Stregoni esistenti, ovvero: l'umano Kanrethad, l'orco Ritssyn, l'elfa del sangue Shinfel, il worgen Zinnin, lo gnomo Zelfrax e la reietta Jubeka, si riunirono per insegnare ai loro adepti alcune forme avanzate di magia, rubate ai nemici sconfitti.
In questa riunione si parlò degli eventi successivi al Cataclisma, delle tensioni tra Orda e Alleanza che ormai andavano crescendo sempre di più ma soprattutto dei poteri acquisiti dagli eroi per prepararsi alle future battaglie. I guerrieri usano stendardi da guerra per motivare i gruppi in battaglia, i Cavalieri della Morte hanno imparato a controllare i non morti e ad usarli nelle battaglie e i maghi hanno trovato un modo per annullare gli effetti del tempo. Il potere invece della trasformazione in demone degli Stregoni, viene attribuito alla caduta di Illidan.
L'intento di questo Concilio era di fondere la "fiammeggiante furia delle Terre del Fuoco con il caos inarrestabile di Alamorte".
Da qui comincerà il viaggio di Jubeka e Kanrethad nelle Terre Esterne alla ricerca di grandi poteri e all'osservazione delle diverse creature demoniache, infatti, nonostante l'assalto della Legione sia cessato, si trovano ancora rare specie di demoni.
Dal diario di Jubeaka
"Giorno 28:
I Vilimp di Golavile nella Penisola del Fuoco Infernale sono estremamente ciarlieri. Ho scoperto che ottenere i loro servigi è facile quanto imparare i loro nomi. Il rituale per evocarli è a dir poco banale.
I Signori del Vuoto sono più difficili da incontrare, ma è piuttosto facile convincerne uno a fornire il nome di un rivale.
...
Giorno 32:
Mentre esaminavo le nauseanti Rovine di Farahlon a Landa Fatua, sono entrata in contatto con una razza di creature volanti tentacolate e con molti occhi. Si fanno chiamare Osservatori e posseggono un'intelligenza fuori dal comune. Hanno espresso il profondo desiderio di conoscere tutte le forme di magia e hanno offerto spontaneamente i loro servigi in cambio dell'opportunità di consumarne nuovi tipi.
Il rituale per evocare un Osservatore è alquanto complesso. Benchè siano nativi della Grande Oscurità, hanno forti tendenze migratorie e il rituale d'evocazione dev'essere compensato per bilanciare i loro spostamenti. Senza il suo diretto consenso, è praticamente impossibile evocare un Osservatore."
Per nascondere e proteggere i grimori, Jubeka prende un accordo con gli Imp e dona loro 4 frammenti della sua Pietra dell'Anima da posizionare in determinati luoghi; luoghi indicati sul proprio diario.
venerdì 28 novembre 2014
venerdì 7 novembre 2014
La morte del Re dei Lich (reinterpretata)
E prima di cadere a terra, indebolito dalle anime che lui stesso aveva imprigionato nella sua Frostmourne, un pensiero gli sfiorò la mente, quella mente ormai tormentata e congelata dalla violenza che aveva sparso per tutta Azeroth. Un volto di donna...si, era Jaina che gli sorrideva; la chioma bionda che si levava in una brezza leggera, gli occhi che brillavano in una splendida luce bianca, lui, quasi fosse lì con lei, le tese una mano e le sorrise, per un attimo, poi l'immagine cambiò all'istante rivelando colui che gli aveva dato insegnamenti di onore e saggezza. “...Uther...” Sussurrò “...cosa ho fatto...”. La voce di Uther gli echeggiava nella mente: “Ormai è troppo tardi figliolo...troppo tardi...” il volto triste del campione dei paladini non poteva dargli alcun conforto, anzi era come se lo stesse rimproverando.
Il suono di Frostmourne che si spezzava sul pavimento lo riportò alla realtà, come un salto nel vuoto. La spada si frantumò come ghiaccio, l'elmo che lo aveva assillato per anni con tutte quelle voci, ruzzolò a terra e lui, mentre cadeva al suolo, guardò gli eroi che lui stesso aveva ucciso pochi istanti prima...erano risorti. “La Luce è più forte”, pensò, poi il suo sguardo andò sul volto di Tirion, quasi a chiedergli, “perché tutto questo?”. Ma ormai nulla poteva dare risposta a colui che assassinò il suo stesso padre, colui che che uccise il suo maestro e amico, colui che tradì i propri compagni, colui che aveva abbandonato il suo più grande amore.
Ormai tutto stava giungendo alla fine.
Il Re dei Lich ora era a terra con il viso pallido rivolto verso il cielo, accarezzato dalla neve gelida di quella terra che ormai era la sua casa da anni.
Ansimò e davanti a lui apparve la figura trasparente di suo padre. Sopra di lui le anime vorticavano impazzite. L'eroe caduto sollevò un braccio per portare la mano al petto del padre defunto, “Padre...è...finita...?” Arthas guardò suo padre negli occhi, quasi aspettando una risposta di conforto. Il defunto Re gli strinse la mano con gesto paterno, “Finalmente..” la sua voce echeggiava alle orecchie di Arthas, “Nessun Re governa per sempre, figlio mio.”
Il Re dei Lich si sporse in avanti, a fatica, ansimando, “...Vedo solo buio...davanti...a me...”.
Gli occhi si rigirarono all'indietro e la sua mano abbandonò quella di suo padre. Il braccio cadde a terra pesante, con un tonfo per via della possente armatura. Suo padre gli chiuse gli occhi in segno di rispetto, dandogli modo di riposare per sempre, in pace.
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