martedì 23 dicembre 2014

Parte III: dall'apertura del Portale Oscuro alla Guerra del Ragno

L'invasione di Azeroth

Abbandonati da Kil'jaeden, non più interessato a loro dopo il presunto totale sterminio dei draenei, l'Orda degli orchi era sull'orlo del collasso, dilaniata dalla sete di sangue che non trovava sfogo. Ormai disperato nel cercare una soluzione, Gul'dan venne contattato da Medivh, che gli offrì di creare un portale dimensionale fra Draenor e Azeroth, permettendo così all'Orda di invadere e distruggere il pianeta. Medivh gli offrì anche di rivelargli la locazione della Tomba di Sargeras, dove Gul'dan avrebbe potuto accrescere a dismisura i suoi poteri.
Venne così creato il Portale Oscuro, situato nella Penisola del Fuoco Infernale su Draenor e nella Palude Nera su Azeroth. Grazie a tale portale l'Orda giunge su Azeroth e, credendo che gli umani non costituissero alcun pericolo, li attaccarono senza esitare. Invece, le prime schermaglie furono tutte a favore di questi ultimi, membri del regno di Azeroth, così Gul'dan e Manonera cominciarono ad organizzarsi meglio. Nello stesso periodo, il clan dei Lupi Bianchi, l'unico che non aveva bevuto il sangue di Mannoroth grazie al rifiuto del suo capo Durotan, venne esiliato nelle Montagne d'Alterac; più tardi, lui e sua moglie Draka vennero assassinati e il figlio neonato trovato e allevato da un umano, Aedelas Blackmoore, che lo chiamò Thrall.

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La morte di Medivh

Nel frattempo, Medivh - già dilaniato a causa del conflitto fra sé stesso e Sargeras nascosto dentro di lui - fu costretto anche a rapportarsi con Khadgar, un apprendista inviatogli dal Kirin Tor, e Garona la Mezz'Orchessa, una spia mandata come emissario da Gul'dan (con cui concepì un figlio, Med'an). Khadgar e Garona scoprirono, come lo aveva scoperto Aegwynn anni prima, della situazione di Medivh e della sua responsabilità nell'apertura del Portale, e assieme a lord Anduin Lothar confrontarono ed uccisero il Guardiano nella torre di Karazhan, distruggendo in tal modo anche la parte di Sargeras contenuta in lui. Gul'dan, che stava indagando nella mente di Medivh al momento della sua morte, ne venne a sua volta colpito e cadde in coma.

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La caduta di Roccavento

Poco tempo dopo Garona, controllata dal Concilio dell'Ombra, assassinò re Llane di Roccavento, portando alla caduta del regno umano. Libero da Gul'dan che era ancora in coma, Orgrim Martelfato uccise Manonera, prendendone il posto, e al ritorno di Garona la catturò e la torturò, facendosi rivelare la locazione del Concilio. Mentre Martelfato sterminava i membri del Concilio dell'Ombra, Lothar e Khadgar raccolsero i sopravvissuti di Roccavento e, salpando nel Grande Mare, fecero rotta verso il continente settentrionale di Lordaeron in cerca di aiuto.

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La nascita dell'Alleanza e l'espansione dell'Orda

A Lordaeron, alla corte di re Terenas Menethil II, Lothar s'incontrò con i capi delle nazioni ivi presenti, riuscendo a farle coalizzare per affrontare il comune pericolo. Venne così fondata l' "Alleanza", composta da umani, alti elfi, nani Granmartello e Barbabronzea e gnomi; Lothar venne nominato Comandante Supremo delle forze dell'Alleanza. Gli alti elfi, costretti all'alleanza dal patto che Anasterian aveva stretto tempo prima con re Thoradin, fornirono solo un supporto simbolico. Anche l'Orda si arricchì di nuove forze, portando gli ogre da Draenor e stringendo alleanza con i troll silvani dell'impero Amani guidati da Zul'jin e con i goblin del Cartello Spargifumo.
L'Orda, guidata da Orgrim Martelfato, continuò ad espandersi sul territorio dei Regni Orientali, invadendo Khaz Modan (costringendo i nani Barbabronzea a barricarsi dentro Forgiardente) e giungendo anche a Lordaeron; contemporaneamente gli orchi entrarono in possesso dell'Anima dei Demoni, e grazie ai suoi poteri riuscirono a sottomettere la regina di draghi Alexstrasza. Minacciandola di distruggere le sue uova, gli orchi la costrinsero a mettere gli altri draghi rossi al servizio dell'Orda. Con l'aiuto dei draghi e dei troll l'Orda riuscì a raggiungere e danneggiare i confini di Quel'Thalas, convincendo definitivamente gli alti elfi a fornire pieno supporto all'Alleanza. Molte delle città di Lordaeron vennero attaccate e razziate durante il conflitto. Gul'dan, ripresosi dal coma in cui era caduto, si assicurò la propria sopravvivenza giurando fedeltà a Martelfato e creando per lui i primi cavalieri della morte. L'Orda strinse anche alleanza col regno umano di Alterac guidato da Aiden Perenolde, che tradì l'Alleanza e permise all'Orda di passare nel suo territorio in cambio della salvezza dei suoi abitanti.

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Il tradimento di Gul'dan e la sconfitta dell'Orda

Tuttavia, proprio mentre le forze dell'Orda si preparavano ad assediare la capitale di Lordaeron, Gul'dan e il suo apprendista Cho'gall con i loro clan disertarono per andare a cercare la Tomba di Sargeras; va notato che a Gul'dan non interessava minimamente dell'Orda, di Martelfato o della guerra in corso, ma era solo intenzionato ad acquisire i poteri divini di Sargeras. Gul'dan riuscì a far emergere dal mare le Isole Disperse, dove la tomba si trovava, ma una volta aperta trovò al suo interno solo demoni impazziti che uccisero lui e i suoi seguaci.
Orgrim, infuriato per il tradimento, inviò la maggior parte delle sue forze sulle Isole Disperse, sterminando i clan di Gul'dan e Cho'gall; quest'ultimo, creduto morto, riuscì invece a sopravvivere. Le perdite subite a causa del tradimento di Gul'dan e le lotte interne indebolirono pesantemente l'Orda e diedero il tempo all'Alleanza di riorganizzarsi. Le forze dell'Alleanza riuscirono a respingere l'Orda fino alla base del Massiccio Roccianera, dove Lothar cadde in battaglia contro Martelfato, a sua volta sconfitto e catturato da Turalyon. Senza Martelfato, l'Orda venne costretta a ritirarsi nella Palude del Dolore dove subì altre sconfitte e poi nelle Terre Devastate, dove Khadgar riuscì a chiudere il Portale Oscuro, portando così alla capitolazione dell'Orda.
Dopo ciò, gli alleati che l'Orda aveva raccolto lungo la strada si dispersero quasi completamente: i troll silvani ritornarono ai loro territori, i goblin ripresero la neutralità e gli ogre si sparpagliarono un po' ovunque su Azeroth.

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La spedizione a Draenor

Dopo la caduta dell'Orda, gli orchi rimasti ad Azeroth vennero catturati e rinchiusi in campi d'internamento (salvo alcuni, ad esempio quelli guidati da Kilrogg Occhiotetro). Per nulla d'accordo su questo argomento e dopo diverbi anche sul destino del regno traditore di Alterac, i regni di Gilneas e Stromgarde abbandonarono l'Alleanza; lo stesso fecero gli alti elfi, esaurito il loro debito con i discendenti di Thoradin. Il re di Gilneas, Genn Mantogrigio, fece inoltre barricare il suo regno dietro ad un enorme muro, escludendolo a tutti gli effetti dal resto del mondo.
A Draenor, però, gli orchi si riorganizzarono sotto la guida di Ner'zhul e Teron Malacarne: il vecchio sciamano e il primo cavaliere della morte avevano intenzione di aprire numerosi portali per diversi mondi dove portare l'Orda, dato che Draenor era ormai un mondo morente. Per poterlo fare, avevano bisogno di potenti artefatti, alcuni dei quali si trovavano ad Azeroth. Ner'zhul e Teron riaprirono quindi il Portale Oscuro e vi inviarono una nuova armata di orchi guidata da Grom Malogrido, che si riunì anche alle forze di Kilrogg Occhiotetro rimaste ad Azeroth. Grom inoltre, assieme ad alcuni guerrieri, recuperò uno degli artefatti che si trovava a Draenor, il Teschio di Gul'dan, tenuto come reliquia dal clan Tritaossa.
Con dei raid a Dalaran e Roccavento (ricostruite dopo la guerra) vennero presi l'Occhio di Dalaran e il Libro di Medivh, mentre lo Scettro Ingemmato di Sargeras venne recuperato dalle Isole Disperse,
dopodiché Ner'zhul richiamò gli orchi a Draenor.







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L'Alleanza a Draenor

Re Terenas, convinto che l'Orda stesse preparando un nuovo attacco, formò una spedizione guidata da Turalyon, Khadgar, Alleria Ventolesto, Kurdran Granmartello e Danath Cacciatroll per sconfiggere la minaccia direttamente sul suo mondo natio; i membri della spedizione presero il nome di "Figli di Lothar" (Sons of Lothar).
Giunti nella Penisola del Fuoco Infernale, i Figli di Lothar edificarono la Rocca dell'Onore e cominciarono ad ispezionare il territorio, preparandosi a recuperare gli artefatti rubati. Cominciarono ben presto le battaglie, e durante l'assedio della Cittadella del Fuoco Infernale Khadgar uccise Dentarg; Ner'zhul però era già fuggito da lì portando con sé gli artefatti, eccetto il Teschio di Gul'dan che aveva ceduto ad Alamorte: i Figli di Lothar dunque si divisero, con Khadgar, Alleria e Turalyon alla ricerca del drago nel suo covo su un'isola ad ovest della Penisola, e Danath e Kurdran all'inseguimento di Ner'zhul, Malacarne ed Occhiotetro nella Valle di Torvaluna.
Kurdran venne catturato durante l'inseguimento e portato ad Auchindoun, e Danath strinse alleanza coi draenei per riuscire ad entrare nella fortezza, dove liberò il compagno e uccise Kilrogg Occhiotetro. Khadgar e gli altri, invece, riuscirono a sconfiggere Alamorte alleandosi con i gronn e gli ogre che già lo stavano combattendo.

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La nascita delle Terre Esterne

Riunite le forze e in possesso del Teschio di Gul'dan, i Figli di Lothar assediarono il Tempio Nero dove Ner'zhul si trovava, ma non riuscirono ad impedirgli di aprire i portali. Ner'zhul tuttavia non aveva previsto le conseguenze: l'immane energia da essi generata squarciò il pianeta di Draenor, dando inizio ad un cataclisma di proporzioni cosmiche. Alcuni orchi, fra cui Grom Malogrido, riuscirono a fuggire attraverso il Portale Oscuro, nella relativa salvezza di Azeroth, mentre Khadgar e gli altri membri della spedizione, per evitare che la catastrofe colpisse anche il loro mondo tramite il Portale Oscuro, decisero di rimanere a Draenor per chiuderlo. Anche Ner'zhul e i suoi seguaci lasciarono il pianeta attraverso uno dei portali appena aperti.
Dopodiché Draenor venne definitivamente distrutto, e ciò che ne restava trascinato nella Distorsione Fatua: quello sbrindellato residuo di pianeta divenne noto come Terre Esterne.

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La creazione del Re dei Lich

Appena varcato il portale nel tentativo di fuga, Ner'zhul e i suoi fedelissimi vennero catturati da Kil'jaeden, che sottopose l'ex sciamano a torture terribili, tenendo al contempo il suo spirito vivo e consapevole. Avendo fallito nel creare un'armata coesa con gli orchi, Kil'jaeden aveva in mente di fare un secondo tentativo, stavolta senza sbagliare: propose così a Ner'zhul di tornare a servirlo o di patire sofferenze eterne. Ner'zhul scelse la prima.
Lo spirito di Ner'zhul, ormai privo di corpo, venne incastonato in un blocco di ghiaccio della Distorsione Fatua duro come il diamante, la sua consapevolezza e il suo potere vennero aumentati a dismisura, rendendolo una creatura dai poteri enormi. Anche i seguaci di Ner'zhul vennero mutati, nel loro caso in lich. Kil'jaeden spiegò quindi a Ner'zhul che il suo compito era di creare una piaga che avrebbe fatto risorgere come non morti tutti colori che ne fossero stati colpiti, al suo eterno servizio. Dubitando tuttavia fortemente della proclamata lealtà del Re dei Lich, Kil'jaeden ordinò ad alcuni tra i più potenti signori del terrore, capeggiati da Tichondrius, di sorvegliare la condotta di Ner'zhul su Azeroth. Dopodiché scagliò il blocco di ghiaccio del Re dei Lich su Azeroth, mandandolo a incagliarsi nel ghiacciaio di Corona di Ghiaccio, nel gelido continente di Nordania. A causa dell'impatto il blocco assunse una forma simile ad un trono, ragion per cui venne denominato come Trono Ghiacciato.
Da lì, il Re dei Lich cominciò ad espandere la sua coscienza e a toccare le menti delle creature mortali, assoggettandole al suo servizio. La prima prova con la piaga della non morte il Re dei Lich la effettuò su un remoto accampamento di umani a Dracombra: nel giro di tre giorni, tutti gli abitanti erano morti, ma poco dopo ritornarono alla vita come non morti, completamente sotto il suo controllo. Da quel momento, l'armata di non morti cominciò a crescere in continuazione.

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La battaglia di Grim Batol

Ad insaputa dell'Alleanza, una grande quantità di orchi vagava ancora libera nel nord di Khaz Modan, fra le Paludi Grigie e le Alture del Crepuscolo. Si trattava del clan Fauci di Drago di Nekros Sfasciateste, che aveva ancora in suo potere l'Anima dei Demoni e la regina dei draghi Alexstrasza e si era barricato nell'ex fortezza nanica di Grim Batol.
Nekros continuava a costringere Alexstrasza ad accoppiarsi col suo anziano compagno, Tyranastrasz, così da avere sempre nuovi draghi al suo servizio. Nekros venne manipolato da Alamorte, che lo indusse a spostare Alexstrasza e le sue uova al di fuori della fortezza, perché intendeva appropriarsi delle uova per portare nuovi membri allo stormo nero, decimato da conflitti interni.
Il piano venne tuttavia rovinato dall'intervento di un gruppo di avventurieri, composto da Rhonin, Falstad Granmartello, Vereesa Ventolesto e Krasus, che liberarono Alexstrasza e distrussero l'Anima dei Demoni, ridando a lei e agli altri Aspetti Draconici i loro pieni poteri. Alamorte venne così scacciato e quasi ucciso da Alexstrasza, Malygos, Ysera e Nozdormu, e Nekros divorato dalla stessa Alexstrasza. Gran parte del clan Fauci di Drago venne incenerito dai draghi rossi, che presero poi controllo di Grim Batol.

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La letargia degli orchi e la nuova Orda

Col passare del tempo, gli orchi che si ritrovavano internati sembrarono sprofondare in un'apatia, smettendo tanto i tentativi di fuga quanto le lotte interne. Alcuni, come Antonidas, intuirono che questo letargo era dovuto alla mancata presenza delle energie demoniache a cui erano stati abituati, ma non riuscì a trovare una cura (molti altri umani conclusero che era meglio così).
Nel frattempo, il capo del Forte di Durnholde, Aedelas Blackmoore, aveva allevato il figlio di Durotan, Thrall, come gladiatore, istruendolo anche in tattica, filosofia e altro. Il suo intento era di farne un'arma con cui guadagnare potere a Lordaeron.
Nonostante ciò, grazie soprattutto alla sua amicizia con Taretha Foxton, la figlia di un sottoposto di Blackmoore, Thrall crebbe acuto e perspicace, e imparò ben presto la storia della sua razza; quando cominciò a circolare la voce che Orgrim Martelfato era sfuggito agli umani e si era dato alla macchia, Thrall fuggì da Durnholde, grazie all'aiuto di Taretha. Alla fine il giovane orco incontrò prima Grom Malogrido e il clan Cantaguerra, poi il clan dei Lupi Bianchi, dove scoprì le sue origini. Addestrato da Drek'Thar, Thrall divenne uno sciamano e capì che lo sciamanesimo era quello che poteva risvegliare gli orchi dal loro letargo.
Riuniti i clan dei Lupi Bianch e Cantaguerra e incontrato anche Martelfato, Thrall li guidò contro i campi d'internamento, liberando gli orchi sia dalle loro prigioni fisiche che da quelle spirituali. Con la morte di Orgrim Martelfato l'assedio di uno dei campi (l'attuale Requie del Martello, negli Altopiani d'Arathi) Thrall divenne il capo dell'Orda che aveva rifondato e trasformato, giurando che gli orchi non sarebbero mai più stati schiavi di nessuno.

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La Guerra del Ragno

Mentre Thrall riportava l'Orda a nuova vita a Lordaeron, il Re dei Lich continuava ad espandere il suo dominio a Nordania, dalla rocca che aveva fatto costruire a Corona di Ghiaccio. Ben presto il Re dei Lich entrò in conflitto con il regno nerubiano di Azjol-Nerub, e si accorse che essi erano immuni non solo alla piaga della non morte, ma anche al suo controllo mentale.
Avendo a disposizione un sistema di gallerie sotterranee che si estendeva per quasi la metà del continente e utilizzando una tattica di attacchi rapidi e fuga, i nerubiani riuscirono ad evadere la distruzione per dieci anni, in quella che venne chiamata "Guerra del Ragno" (War of the Spider). Tuttavia, sebbene immuni alla piaga, i nerubiani morti potevano essere resuscitati dal Re dei Lich sotto il suo controllo; così, con i loro stessi fratelli messi contro di loro e i senzavolto che liberarono accidentalmente scavando troppo in profondità, i nerubiani vennero quasi totalmente sterminati e inseriti fra le file dei non morti.

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Fine della terza parte









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